La gravidanza. Come gestirla da un punto di vista nutrizionale
- Dott. Massimiliano Giovanni Monfrini
- 30 mag 2017
- Tempo di lettura: 3 min

La gravidanza è un periodo di grandi trasformazioni per l'organismo femminile. Trasformazioni che coinvolgono sia la psiche che il soma. Pertanto è importante conoscere tutti i cambiamenti cui il corpo andrà incontro e tutte le relative esigenze sopratutto in ambito nutrizionale.
Cosa cambia?
Il corpo femminile possiede una ampia varietà di ormoni che consentono una finissima regolazione dei cicli e fasi metaboliche. Si tratta di una macchina perfetta e complicata e, per molti versi, affascinante.
Durante la gravidanza cambia l'assetto ormonale della donna. Questo cambiamento risulta necessario per innescare tutte quelle trasformazioni che rendono possibile sia l'inizio che la prosecuzione che il successivo periodo: quello dell'allattamento.
Oggetto di queste trasformazioni sono tutti gli organi del corpo femminile nonchè le ossa, il metabolismo e il sistema cardiocircolatorio. Durante i primi tre mesi di gravidanza tutte le trasformazioni corporee sono necessarie per consentire l’attecchimento dell’ovulo e far sì che l’embrione si annidi solidamente. C’è da dire che le modificazioni non riguardano solo il corpo: gli ormoni intervengono anche a livello delle emozioni provocando un lento processo di cambiamento e adattamento non solo fisico ma anche emotivo.
I principali ormoni che intervengono durante la gravidanza sono la gonadotropina corionica umana (anche nota come beta HCG), il progesterone, gli estrogeni e la prolattina. Prima della gestazione ed al suo inizio estrogeni e prolattina verranno prodotti dal corpo luteo gravidico, ossia quel che resta del follicolo una volta che è avvenuta l’ovulazione, ma, una volta che l’embrione si è ben impiantato nell’utero, essi saranno rilasciati dalla placenta. Inoltre, nella fase finale della gravidanza, anche il feto comincerà a produrre ormoni che entrano in circolo nell’organismo materno. Infatti la gonadotropina corionica sarà prodotta proprio da un tessuto embrionale: il sinciziotrofoblasto che parteciperà alla formazione della placenta. Mentre sarà la ghiandola adenoipofisaria a produrre la prolattina che avrà il compito di promuovere l'iperplasia delle cellule lattofore.
Tutte queste alterazioni ormonali consentiranno una serie di trasformazioni che, per essere messe in pratica efficacemente, richiedono una nutrizione adeguata. Inoltre un apporto nutrizionale appropriato si rende necessario per l'accrescimento e lo sviluppo di tutte quelle componenti fetali necessarie alla genesi di un bambino sano.
Come nutrirsi?
Il primo problema da affrontare è quello di una corretta valutazione di quanto dovrà essere l'aumento di peso previsto durante la gravidanza e quindi quale sia il necessario contributo calorico e come questo debba essere "spalmato" nell'arco dei nove mesi. Oramai si sa che non occorre mangiare per due ma che il surplus energetico necessario, arriva ad essere pari ad un massimo di circa 400 Kcal (l'equivalente di circa 100 g di pasta senza condimento, o di due tazze di latte da 250 ml cadauna). Tuttavia proprio la necessità di non avere un aumento ponderale eccessivo richiede allo specialista una stima ed una ripartizione nei vari mesi, basata su vari indici come il peso pregravidico, lo stato nutrizionale della gestante, l'eventuale presenza o semplicemente rischio di sviluppare determinate patologie, come il diabete gestazionale.
Particolare attenzione va poi fornita ai micronutrienti, quali: ferro, vitamina C. vitamine del gruppo B, calcio, fosforo, magnesio, iodio ed acido folico, il cui introito va correttamente valutato per consentire le trasformazioni materne e fetali, quali l'aumento di emoglobina ma anche la corretta formazione del tubo neurale del feto.
Ovviamente anche i macronutrienti rivestono una importanza notevole, non solo per un discorso quantitativo ma anche qualitativo.
Anche la fibra assume un interesse particolare per evitare problemi di stipsi correlati allo stato gravidico.
In conclusione
La gravidanza è un evento bellissimo che, come tutte le situazioni di cambiamento, non comporta grossi rischi se gestita in maniera appropriata e corretta. L'importante è evitare il sentito dire o il fai da te ed affidarsi sempre ai consigli di uno specialista.
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