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Articoli sulla nutrizione

L'allattamento come gestirlo al meglio?

  • Dott. Massimiliano Giovanni Monfrini
  • 4 giu 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

L'allattamento può essere considerato, per certi aspetti, più gravoso della stessa gravidanza. Infatti, come in gravidanza, il fabbisogno calorico della donna tende ad aumentare.


Ma come stimare il fabbisogno calorico in allattamento?

Per potere stabili con certezza le esigenze alimentari della mamma, debbono essere stimati, oltre ai soliti parametri quali BMI, metabolismo basale e peso acquistato durante la gravidanza, anche, e sopratutto, la produzione giornaliera di latte, ma non solo questa.

Altri parametri che debbono essere presi in considerazione sono, l'età del bambino (o, se vogliamo, è come dire il periodo di post gravidanza cui stiamo facendo riferimento) ed ovviamente le esigenze specifiche della madre e del nuovo nato.

Tutte queste variabili richiedono un esame attento da parte del professionista chiamato a stilare una adeguata terapia nutrizionale.

Innanzi tutto, considerando le proteine, i LARN (ossia le tabelle nutrizionali approvate dalle commissioni internazionali) consigliano una integrazione pari a 17 g/die ossia, in parole più semplici, 68 Kcal/die in più derivanti solo dalle proteine.

E' interessante notare che, tale apporto nutrizionale, non renderà il latte più proteico, ma semplicemente aiuterà la madre a produrne di più, cosa essenziale per determinare un aumento ponderale più importante del nascituro.

Le proteine sono quindi gli unici nutrienti che non modificano la composizione nutrizionale del latte materno, ma semplicemente la quantità prodotta. Ovviamente devono essere proteine ad alto valore biologico, pertanto una dieta corretta non può non considerare anche la qualità dell'introito.

Per quanto riguarda tutti gli altri micro e macro nutrienti la stima della loro quantità relative dovrà essere effettuata in modo ben accorto in modo da ottenere un mix tra salute della madre e crescita equilibrata del bimbo. Quindi si a carboidrati e lipidi in misura soddisfacente, ma anche micro nutrienti come selenio, iodio, ferro, calcio etc. L'apporto in micronutrienti è molto importante perché, fisiologicamente, il bambino ha sempre la precedenza. Pertanto eventuali carenze nell'alimentazione materna porteranno ad una deplezione del nutriente dal corpo della madre.

Ovviamente anche la qualità ed il sapore dei nutrienti introdotti è importante. Il sapore del latte cambia a seconda di ciò che la madre mangia ed alcuni alimenti hanno lo svantaggio di poter rendere il latte poco gradito all'infante. Quindi evitiamo cibi troppo piccanti o sapori particolari cui il bambino non è stato abituato durante la gestazione.


 
 
 

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